L’innovazione nel settore fotovoltaico ha raggiunto un nuovo traguardo grazie a una collaborazione tra il Korea Advanced Institute of Science & Technology (KAIST) e la Yonsei University, in Corea del Sud. I ricercatori hanno sviluppato celle solari ibride in perovskite capaci di assorbire anche la luce nel vicino infrarosso, migliorando così l’efficienza di conversione rispetto alle celle perovskite tradizionali.
Le celle solari in perovskite si sono affermate rapidamente come una tecnologia di nuova generazione, grazie alla loro efficienza crescente e alla possibilità di assorbire una vasta gamma di lunghezze d’onda dello spettro solare. Tuttavia, le attuali celle perovskite al piombo, pur essendo le più efficienti, assorbono solo la luce visibile fino a 850 nm, limitandosi al 48% dell’energia solare disponibile.
Per superare questo limite, il team di KAIST e Yonsei University ha creato una struttura ibrida in perovskite con fotosemiconduttori organici, che amplia l’intervallo di assorbimento fino al vicino infrarosso. Grazie a uno strato di interfaccia dipolare sub-nanometrico, gli scienziati hanno risolto i problemi di incompatibilità energetica, evitando l’accumulo di carica e migliorando l’assorbimento nel vicino infrarosso.
Questa innovazione ha portato l’efficienza quantica interna (IQE) al 78% nella regione del vicino infrarosso, raggiungendo un’efficienza di conversione del 24% e mantenendo oltre l’80% della sua efficienza iniziale dopo 800 ore di esposizione, anche in condizioni di alta umidità. Secondo il professor Jung-Yong Lee di KAIST, questo progresso rappresenta un passo significativo verso celle solari più efficienti e stabili, in grado di superare le attuali limitazioni ottiche delle perovskiti.